LEGAME DI SANGUE NELLA GRANDE FAMIGLIA AVIS

La donazione di sangue non è un’attività neutra. Chi la compie, infatti, ha ben in mente che farlo significa mettersi a disposizione del prossimo in maniera volontaria, anonima, senza aver nulla da richiedere oltre alla consapevolezza di aver fatto un gesto utile a qualcuno che, in quel momento, sta meno bene di chi il sangue l’ha donato.
Il passaparola, ancora oggi, è il primo veicolo di diffusione del messaggio avisino, un modo semplice, ma al contempo efficace, per estendere la platea dei potenziali donatori attraverso l’esempio di chi già dona e, dunque, ne parla a ragion veduta, non certamente per sentito dire.
La famiglia di provenienza del donatore, in questo senso, è un valore aggiunto. È nella famiglia, infatti, che si comprende quanto sia appagante la donazione, è nella vicinanza a chi dona che si percepisce la soddisfazione di offrire qualcosa di sé agli altri, senza che peraltro questi ultimi siano individuabili, tantomeno possano essere conosciuti.
Il legame di sangue che si instaura non è fatto di frequentazione o amicizia, bensì di partecipazione a un disegno più grande, quel desiderio di essere importanti nella vita di qualcuno, consci che il nostro semplice gesto può aver contribuito a salvare una vita. 
Una volontà che si trasmette di moglie in marito, di padre in figlio, di fidanzata in fidanzato, una trasmissione che si estende pressoché in automatico e che, con la campagna Facciamolo, insieme!, Avis Como ha deciso di sostenere affinché possa coinvolgere quanti più comaschi possibile.